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Cava e il fascino del Grand Tour: tra arte, natura e spirito europeo

Tra la fine del Settecento e l’Ottocento, Cava de’ Tirreni conquistò un posto di rilievo nelle rotte del Grand Tour, quell’itinerario culturale che conduceva giovani aristocratici europei alla scoperta del patrimonio storico e paesaggistico del Sud Italia.

La posizione strategica della città lungo l’asse commerciale tra Napoli e Salerno ne favorì la fortuna, ma a colpire i viaggiatori furono anche la bellezza autentica dei suoi paesaggi e il clima salubre, che la resero luogo ideale per soggiorni di piacere e rigenerazione.

Cava beneficiò anche dell’interesse crescente verso la Costiera Amalfitana e i siti archeologici di Pompei e Paestum, mete simbolo della riscoperta dell’antichità classica. In questo contesto, la città offriva qualcosa di unico: il suo borgo medievale, i casali storici, le chiese, l’Abbazia benedettina, una natura rigogliosa tra mare e montagna, e un’atmosfera che profumava di quiete e autenticità.

Diventò così una tappa privilegiata per letterati, pittori, diplomatici, intellettuali e turisti, che cercavano nei loro viaggi ispirazione e arricchimento culturale. Il paesaggio cavese, con i suoi colori e profumi, finì immortalato in schizzi, racconti e versi poetici. Goethe, Pitloo, Paolina Craven, Francesco Crispi e molti altri ne lasciarono traccia nei loro scritti o nelle loro opere.

Uno dei documenti più affascinanti è il diario di una giovane inglese, figlia di un diplomatico, che soggiornò a lungo a Cava nella metà dell’Ottocento. Il suo racconto dipinge una comunità viva, rurale e accogliente, in cui l’ospite veniva accolto con genuina semplicità e calore.

L’aristocrazia napoletana contribuì alla crescita della città come meta turistica, edificando eleganti ville nei casali più suggestivi. Parallelamente sorsero strutture ricettive che resero Cava ancora più ospitale: dall’Hotel Metelliano (poi Scapolatiello) al Victoria, dalla Pension Suisse all’albergo Maiorino.

Nel pieno Ottocento, la città viveva un periodo di fermento: le carrozze dei viaggiatori arrivavano alla stazione ferroviaria, accolte da una folla curiosa, in un’atmosfera viva e cosmopolita. Cava offriva ai suoi ospiti un mix perfetto di natura, cultura e relax. Non era una meta per chi cercava lusso e mondanità, ma per chi desiderava emozionarsi di fronte a panorami mozzafiato, perdersi tra i sentieri e vivere l’esperienza autentica del Sud.

E, spesso, chi passava da Cava… finiva per tornare.