La Badia di Cava: un luogo di spirito, storia e silenzio
Cosa evoca il nome “Badia di Cava”? Per chi non l’ha mai vista, probabilmente l’immagine è quella di un eremo immerso nel verde, un angolo sospeso nel tempo dove la frenesia del mondo sembra non esistere. Per chi, invece, ha già varcato l’ingresso di questo antico complesso benedettino, la mente si popola subito di scorci suggestivi e di un’atmosfera carica di bellezza e spiritualità.
Fondata da Alferio Pappacarbone, la Badia affonda le sue radici in una vocazione profonda e in una visione che, secondo la tradizione, fu ispirata dallo Spirito Santo. Si racconta infatti che tre fasci di luce, simbolo della Trinità, indicarono ad Alferio il luogo preciso in cui stabilirsi, nella quiete della grotta Arsicia, oggi cuore spirituale del complesso.
La vita monastica qui ha prodotto frutti straordinari: i primi quattro abati – Alferio, Leone, Pietro e Costabile – sono stati proclamati santi, seguiti da altri otto riconosciuti beati. Una testimonianza viva della regola benedettina, che invita a “non anteporre nulla all’amore di Cristo”, combinando armoniosamente preghiera e lavoro in un ritmo quotidiano che dona equilibrio e serenità.
Ma la Badia non è solo dimora di chi ha scelto la vita monastica: è anche rifugio per chi cerca silenzio, riflessione, o semplicemente un momento di pace. Che si tratti di un breve ritiro o di una visita, chi varca la soglia della sua antica cattedrale resta spesso colpito da una sensazione indefinibile, come se anche le pietre respirassero un’energia che sfiora l’anima.