• Indirizzo

    Piazza S. Francesco, 1
    84013 Cava de’ Tirreni SA

Nel cuore di Cava de’ Tirreni sorge il Complesso Monumentale di Santa Maria al Rifugio, uno dei luoghi simbolo della storia e della cultura cittadina. Il suo affascinante Chiostro cinquecentesco, sopravvissuto a eventi sismici e lunghi periodi di abbandono, rappresenta oggi un importante centro polifunzionale. Dopo attenti restauri che hanno rispettato la struttura originaria e i materiali storici – cotto, basalto, breccia irpina e marmo bianco – il complesso è tornato a nuova vita, accogliendo la Galleria Comunale d’Arte, una sala conferenze, uno spazio musicale, ed è stato in passato anche sede di un ostello della gioventù e della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli.

Le origini del complesso risalgono al 1450, quando la Città della Cava stipulò un accordo con i Frati Minori per la costruzione di una chiesa e di un convento. Tuttavia, i lavori iniziarono solo nel 1492 a causa delle guerre tra Angioini e Aragonesi. I frati entrarono nel convento nel 1501, quando l’opera era ancora incompleta. Le spese furono sostenute dall’Università Cavese tramite speciali gabelle su vino e pesce.

Nel corso dei secoli, l’edificio fu oggetto di numerose trasformazioni. Il Chiostro, però, mantenne intatta la sua struttura originaria, impreziosita da affreschi che raccontano la vita di San Francesco. Nel Settecento, il convento divenne sede dell’Accademia dei Ravveduti e, nel 1799, subì danneggiamenti ad opera delle truppe francesi. Dopo le leggi di soppressione degli ordini religiosi, i frati furono costretti a lasciare definitivamente il convento nel 1867. L’anno successivo, la struttura fu destinata a ospitare un orfanotrofio femminile, trasferito dal Conservatorio delle Oblate di Santa Maria del Rifugio.

Uno degli elementi di maggiore fascino per i viaggiatori del Settecento era il giardino del convento, situato all’ingresso sud della città. Nel 1692, Padre Gerolamo da Napoli ne descrisse la bellezza: tre appezzamenti di terra terrazzati, chiusi da mura, coltivati a frutteto e vigneto, circondati da un bosco di querce e castagni. L’intera area si estendeva per circa quattro moggia, offrendo un’oasi verde di grande suggestione.

Oggi, il giardino e il chiostro del complesso tornano ad animarsi grazie a concerti, mostre e rappresentazioni teatrali, confermando la multifunzionalità di questo luogo che fonde memoria storica, arte e cultura contemporanea in un’unica, affascinante cornice.